Il mistero e la poesia della pittura. L’arte che abita lo spazio.
I tratti distintivi della collezione “Euridice”, nella loro apparente semplicità, accolgono una straordinaria complessità di riferimenti derivati dalla storia della pittura, anche comprendendo la memoria del gesto insegnata dai paleolitici: se è vero che “il passato non è un padre da uccidere ma una madre da cui trarre nutrimento”, la poetica di questa serie di eleganti ceramiche di rivestimento non intende disvelare una specifica, distintiva verità assoluta, ma proporre un sublime impiego del grès porcellanato che, assimilato a una tela grezza, definisce un’opera che resta al contempo parziale e infinita.
«Un tempo all’arte veniva dato il compito di trasferire dal mondo inanimato al mondo animato quell’oggetto che era l’oggetto d’arte. Oggi, coscienti che tutto il mondo è animato, il problema è semmai quello di dare all’artista il compito di interagire con l’intelligenza della materia.» Giorgio Griffa