Nel 1968 Achille e Pier Giacomo Castiglioni vengono incaricati da CEDIT di progettare degli "oggetti in ceramica da produrre in piccola scala", con l'ulteriore specifica che "la dimensione massima di ciascun pezzo dovrebbe essere contenuta nell'ordine di 25-30 cm, sia di altezza che di larghezza".
La ricerca progettuale, portata avanti con la consueta attenzione al dettaglio che distingue le iconiche creazioni dei due designer, volge in direzione di una famiglia di tre vasi identici ma con dimensioni differenti, distinti da una sagoma decisamente originale: la geometria perfettamente circolare dell'imboccatura dei recipienti, estrusa in verticale, si modella per chiudersi su sé stessa, in modo simile a quella di una minuta brocca dal fondo affilato.
A distanza di decenni dall'ideazione di questa meravigliosa intuizione progettuale, CEDIT decide di celebrare il suo sodalizio con l'ingegno dei Castiglioni proponendo un'accurata riedizione di Lapis nei tre formati originari e con una palette cromatica aggiornata ma fortemente ispirata a quella dell'epoca.
Fedele ad un preciso indirizzo del suo nuovo corso, CEDIT onora la cultura del progetto collegando un sublime esempio di creatività italiana del Novecento a quella del nostro tempo, oltre ad inaugurare un personale percorso di ricerca che, attingendo dalla sua straordinaria storia e dal suo presente, intende sommare alla propria originale ricerca nell'ambito della produzione di lastre, l'edizione di oggetti ceramici firmati dai maestri di ieri e da protagonisti di oggi.