Polyphemus (/ˌpɒlᵻˈfiːməs/; Greco: Πολύφημος Polyphēmos) è il figlio gigante di Poseidon e Thoosa in mitologia greca, uno del Cyclopes ha descritto nell'odissea. Il suo nome significa «l'abbondanza nelle canzoni e nelle leggende». Polyphemus in primo luogo compare come gigante mangiatore di uomini selvaggio nel nono libro dell'odissea di Omero. Alcuni scrittori classici successivi collegare il suo nome con la crisalide Galatea e presentarlo ad una luce differente. In epica di Omero, le terre di Odisseo sull'isola del ciclope durante la sua casa di viaggio dalla Guerra di Troia e, insieme ad alcuni dei suoi uomini, entra in una caverna riempita di disposizioni. Quando i ritorni di Polyphemus del gigante a casa con le sue moltitudini, lui blocca l'entrata con una grande pietra e, prendendo in giro l'abitudine usuale di ospitalità, mangia due degli uomini. Mattina dopo, il gigante uccide e mangia due di più e lascia la caverna per pascere le sue pecore. L'abbaglio di Polyphemus, una ricostruzione dalla villa di Tiberius a Sperlonga, ANNUNCIO del I secolo. Dopo i ritorni giganti nella sera e mangia due di più degli uomini, Odisseo offre a Polyphemus un certo forte e vino non diluito dato lui più in anticipo sul suo viaggio. Potabile e incauto, il gigante chiede ad Odisseo il suo nome, promettendogli un ospite-regalo se risponde. Odisseo gli dice «Οὖτις», che significa che «nessuno» e Polyphemus promettono di mangiare questo «nessuno» infine. Con quello, cade in un sonno ubriaco. Odisseo nel frattempo aveva indurito un palo di legno nel fuoco ed ora lo guida nell'occhio di Polyphemus. Quando Polyphemus grida per aiuto dai suoi colleghi giganti, ad esempio che «nessuno» ha danneggiarlo, pensano che Polyphemus stia affliggendo da potere divino e raccomandare la preghiera come la risposta.
Progettista: NCB Architettura
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